mercoledì 18 marzo 2020

LIEVITO MADRE PARTE 1


Questa mattina sono scesa in paese per fare la spesa. Erano 15 giorni che non ci andavo,  ho cercato di resistere finchè potevo per cercare di fare la mia parte, perchè sono sicura che se tutti ci sforzassimo di uscire solo se costretti i risultati ci premierebbero ( e i risultati sono vite umane!), ma ormai avevo dato fondo alle scorte ed ho dovuto capitolare. Mi sono bardata con mascherina (a proposito, mettetela, si chiama rispetto per gli altri!) e guanti di lattice (questo invece per rispetto di sè stessi) e sono partita in missione. 
E'stata davvero una missione 1)perchè volevo fare più scorta possibile per poter poi evitare di uscire per parecchi giorni e non è stato facile 2)perchè quando sono rientrata a casa ho dovuto disinfettare un numero infinito di confezioni (oltre a chiavi, scarpe, pavimenti, cellulare, vestiti, maniglie, portafogli, bancomat...) 3)perchè nel supermercato buona parte di quello che mi sarebbe servito non c'era. 
Sembravano passate le locuste: va bè, ormai si sa, non si trovano più mascherine, candeggina (ma di quella profumata ce n'è a litri!), alcol, ma anche pancarrè o altri surrogati morbidi conservabili del pane... e soprattutto niente lievito. Di nessun tipo!!! In compenso c'erano quintali di farina... eh, certo, senza il lievito usare la farina diventa un po' problematico, capisco perchè è stata snobbata!
Io di farina ho fatto scorta comunque e mi sono detta, va bè, rispolveriamo le vecchie conoscenze per la lievitazione naturale.
Diversi anni fa avevo prodotto il mio lievito madre (o pasta madre) e mi dilettavo nell'arte della panificazione. Poi, siccome tenerlo in vita presuppone di curarlo come si deve ed è impegnativo (è giusto avvisarvi 😉), ad un certo punto l'avevo abbandonato e tradito con il lievito di birra.
Mi era spiaciuto perchè la lievitazione naturale ha tutto un altro valore, sia dal punto di vista nutritivo, sia dal punto di vista del gusto, sia dal punto di vista poetico 😊. Nella vita frenetica che vivevamo fino al poche settimane fa era un grosso impegno... ora queste conoscenze mi tornano utili. Impara l'arte e mettila da parte! 
La preparazione del lievito madre è semplice, ma non è garantita. Talvolta per imperscrutabili motivi qualcosa va storto e si deve ricominciare da capo, oppure perseverare più di quanto ci si aspetterebbe. Io spero di riuscirci al primo tentativo e di farvi seguire passo a passo i progressi. Ci vorranno parecchi giorni prima di poterlo utilizzare per panificare, nel frattempo mi arrangerò con altri tipi di pane. D'altronde parafrasando un famoso detto: il momento migliore per preparare il lievito madre sarebbe stato quindici giorni fa... il secondo momento migliore è oggi!

 

In internet si trovano mille metodi e mille spiegazioni su come preparare lo starter, come rinfrescare il lievito che ne deriverà, come utilizzarlo per panificare...
Io all'epoca avevo sperimentati diversi starter (con lo yogurt, con la mela gratuggiata, con l'uvetta...) quello che ho scelto di utilizzare oggi era quello che mi aveva dato meno problemi

STARTER AL MIELE
Mettete in una terrina capiente (preferibilmente trasparente, per poter osservare come si comporta lo starter nei giorni seguenti) 100 g di acqua e scioglietevi un cucchiaino di miele. Unite 100 g di farina, mescolate bene, coprite con pellicola trasparente (qualcuno mette una garza, ma io avendo la stufa in cucina preferisco proteggerlo da quel po' di cenere e polvere che aleggia sempre nell'aria) e mettetelo in un posto tiepido. Io l'ho messo sulla rastrelliera che ho sopra la stufa.
Tra 24 o 48 ore (bisogna vedere come si comporta) procederemo al primo rinfresco

Qui trovate la parte due della preparazione

3 commenti: