venerdì 10 luglio 2020

SCOMPARSI SULL'EVEREST



Estate, tempo di letture. 
Vorrei segnalare in queste pagine alcuni libri interessanti ed insoliti sperando di invogliare qualcuno  a leggere qualcosa di diverso dai soliti bestseller e polpettoni da ombrellone, non che abbia qualcosa in contrario, visto che i gusti sono gusti... ma giusto per aprire orizzonti nuovi. Come dice Haruki Murakami: "Se leggi soltanto quello che leggono tutti, puoi solo pensare quello che pensano gli altri". 😉

Libro meraviglioso, bevuto in 3 serate... passate pure cercando in internet immagini, filmati, descrizioni, conferme... Per me che detesto il freddo, ho la nausea anche solo guardando fotografie di strapiombi e mi paralizzo in sentieri stretti vicino a pendii elevati è l'unico modo per immaginare luoghi magici (benché inospitali) e avventure in una natura così estrema. Posso soddisfare il mio amore per la montagna, ma stando comodamente al calduccio e al sicuro sotto una trapunta. Ho viaggiato con l'immaginazione grazie alle ottime descrizioni dell'autore e un po' di ausilio esterno con il contributo della tecnologia. Il libro presenta infatti un'unica pecca: il materiale di supporto (fotografie e cartine) è scarso, poco soddisfacente e pure poco nitido, così mi sono presa la briga di cercare fotografie e filmati inerenti le descrizioni in internet. Per il resto invece solo pregi: descrizioni perfette, resa degli stati d'animo verosimile, ricostruzione dei fatti accurata, numerose ipotesi plausibili, ricco di approfondimenti, aneddoti, spiegazioni tecniche e storiche riguardanti un pezzo di storia dell'alpinismo, ma anche della cartografia e dei rapporti politici tra gli stati dell'epoca. Raramente trovo libri capaci di stuzzicare curiosità, fantasia e il piacere di pensare e ragionare . Durante la lettura mi sono posta mille interrogativi e spesso nelle pagine successive trovavo una risposta, e con grande piacere notavo che le risposte provvisorie che mi ero data trovavano conferma. Continuavo pure a chiedermi come fosse possibile affrontare un'avventura così estrema con i mezzi scarsi del lontano 1924, quando anche oggi con mille agevolazioni (percorsi già tracciati e talvolta attrezzati, migliori confort, abbigliamento e tecnologie incomparabilmente superiori...) è parecchio arduo. La risposta: con passione, incoscienza e tenacia. Ho trovato una certa poesia nel fatto che il corpo di Mallory (ritrovato nel 1999... qui un video del ritrovamento) viene descritto come un tutt' uno con la montagna, quasi una statua di marmo bianco inglobata nel gigante che era stato sogno ed ossessione per il cocciuto (e sbadato) scalatore. Di contro mi ha fatto una certa impressione scoprire che la montagna è praticamente un cimitero a cielo aperto cosa che ha lasciato senza risposte l'interrogativo che mi pongo  da sempre: come si può andare a rischiare la vita con tanta consapevolezza?

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